![]() |
||
![]() |
![]() ARGENTO Metallo prezioso con caratteristiche di malleabilità e duttilità che ne fecero una delle materie più importanti per la fabbricazione di oggetti d'arte e per la coniazione di monete. Si trova talora allo stato puro, ma più frequentemente in combinazione con altre sostanze, metalliche come il piombo o non-metalliche come lo zolfo. Insieme all'oro, fu coniato per la prima volta in Lidia intorno al 600 a.C.; seguirono le città greche dell'Asia minore e, dalla metà del VI secolo, Atene che ebbe il primato nella coniazione di monete d'argento grazie al controllo delle miniere del Laurio, in Attica. A Roma la monetazione argentea cominciò intorno al 270 a.C., alimentata dai ragguardevoli bacini argentieri delle terre di Sardegna e più ancora di Spagna, conquistate nel III e II secolo a.C. Il progressivo svilimento delle monete d'argento nel III secolo d.C., il disfacimento dell'autorità statale nel V secolo e la drastica semplificazione della vita economica nel VI e VII secolo condussero da un lato all'abbandono della monetazione argentea e dall'altro alla smonetizzazione dell'argento, impiegato per la fabbricazione di arredi sacri o di oggetti d'arte per le case dei ricchi. Il ritorno alla coniazione del metallo bianco si ebbe nella seconda metà dell'VIII secolo (denaro carolingio) in coincidenza con l'attivazione delle miniere della Sassonia, ma anche con la rimessa in circolazione di tesori d'argento frutto in parte di razzie e di taglieggiamenti imposti dai vichinghi su Chiese e monasteri. Nell'XI e XII secolo le miniere di altre regioni, quali Tirolo, Carinzia e Boemia, fornirono alle città italiane la materia prima per la coniazione del grosso. Nel XV secolo il crescente inserimento della Germania e dell'Europa centrale nel mercato controllato dalle città italiane, soprattutto da Venezia, fece sì che al flusso delle merci di lusso provenienti dal Mediterraneo corrispondesse, nelle regioni minerarie, un forte stimolo ad accrescere la produzione e a dar luogo a un controflusso di argento. Una svolta cruciale nella storia dell'argento si ebbe con la conquista spagnola degli imperi americani, dove dal saccheggio degli oggetti in metalli preziosi accumulati nei secoli dagli indios si passò (1546-1560) allo sfruttamento delle miniere del Messico settentrionale e del Potosí. Gli arrivi d'argento in Spagna triplicarono fra il 1531-1540 e il 1551-1560 e triplicarono ancora nel corso del decennio successivo. Nel XVI secolo una nuova tecnica sostituì il metodo tradizionale di produzione, basato sulla diversità dei punti di fusione delle varie componenti del minerale estratto, che richiedeva fusioni successive e grandi quantità di combustibile. Il grande sviluppo cominciato dopo il 1560 (circa 95 t d'argento l'anno) dipese infatti dall'adozione della tecnica dell'amalgama al mercurio (già in uso in Germania): immesso nel minerale grezzo frantumato, il mercurio dava luogo a un amalgama con l'argento facilmente separabile e riconducibile poi ad argento puro eliminando il mercurio per volatilizzazione. La produzione poté così continuare a crescere fino alle 270 t annue di fine secolo, contribuendo alla rivoluzione dei prezzi in tutta Europa. Il crescente contrabbando, col quale si evitava di pagare al re di Spagna un quinto del metallo prezioso importato, fece sì che le cifre delle importazioni ufficialmente registrate a Siviglia fossero sempre più lontane da quelle reali. La disponibilità di argento in Europa comunque diminuì dopo il 1620-1630, sia perché una parte del metallo estratto restava in America sia perché, attraverso la rotta del Capo controllata prima dai portoghesi e poi dagli olandesi, aumentava l'argento diretto ad acquistare merci di lusso in Asia, dove, soprattutto in Cina, aveva un potere d'acquisto più alto che in Europa. Mentre la produzione del Potosí declinò rapidamente nel XVII secolo, quella del Messico (che è ancora oggi il maggior produttore del mondo, seguito da Stati Uniti e Perù) riprese a crescere dalla seconda metà del Settecento. Dal XIX secolo si affermarono gli impieghi dell'argento nell'industria elettrica e chimica, e la moneta cartacea, che inizialmente affiancò la moneta metallica, ben presto la soppiantò. S. Guarracino ![]() P. Vilar, Oro e moneta nella storia (1450-1920), Laterza, Bari 1971; M. Lombard, Les métaux dans l'ancien monde du V au XI siècle, Mouton, Parigi - L'Aia 1974. |
![]() |